La delega fiscale per il mondo auto. Ecco cosa potrebbe accadere.
Il recente disegno di legge per la delega fiscale, approvato alla Camera e ora all’esame del Senato, è molto discusso soprattutto per la temuta riforma sul catasto.
Ma all’interno ci sono alcuni principi che riguardano la vita degli automobilisti e che se si dovessero attuare andrebbero ad influenzare non poco la loro vita.
Come? #telospiegaeurekar
Cos’è e cosa vuol dire delega fiscale?
Le accise sui carburanti.
La fiscalità sulle auto aziendali e la riforma dell’iva.
Vita breve “forse” per il superbollo.
Il bollo rimane escluso dal disegno di legge di delega fiscale.
Cos’è e cosa vuol dire delega fiscale?
Per capire esattamente cosa sta succedendo è fondamentale aver ben chiaro cosa si intenda per delega fiscale.
Prima di andare a vedere cosa prevede la delega fiscale in arrivo è bene chiarire cosa vuol dire, cosa è la delega fiscale.
Per delega fiscale si intende un disegno di legge attraverso il quale il Parlamento da al potere esecutivo la facoltà di intervenire sul sistema fiscale italiano, apportando delle modifiche ad esso. In questi giorni il nostro governo, guidato dal presidente del consiglio Mario Draghi, è in pieno lavoro per arrivare ad un unico punto politico comune relativamente ad alcuni aspetti chiave dal punto di vista fiscale per il nostro paese.
Dalla molto discussa riforma del catasto, alla riorganizzazione dell’iva fino a quella delle aliquote Irpef. Sono passati 7 mesi di trattative ma finalmente tutti i 10 articoli sulla quale si basa la delega fiscale sono stati approvati dalla Camera dei Deputati e ora potranno passare al Senato.
E’ ancora tutto su carta e i veri cambiamenti li avremo quando saranno ufficializzati i decreti attuativi che, successivamente all’approvazione del Parlamento, hanno 18 mesi di tempo per poter essere emanati.

Le accise sui carburanti.
Fra i punti del testo della delega fiscale auto l’allineamento per quanto riguarda le accise sul carburante.
Nel testo del catalogo dei sussidi dannosi per l’ambiente, redatto del Ministero della Transizione, dice che il gasolio non è più meritevole di un trattamento fiscale preferenziale e per questo motivo l’accisa relativa dovrebbe essere portata al livello di quella della benzina.
Per quanto riguarda la accise, oggi esse sono pari a euro 0,487 per litro per la benzina e euro 0,367 per quanto riguarda il gasolio (fra le più basse rispetto alla media europea). Scenario quindi sicuramente non rassicurante anche in considerazione del fatto che il ddl approvato dalla Camera prevede “un adeguamento (…) in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, in modo tale da tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti nonché con l’obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti (l’anidride carbonica, ndr) e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili e alla promozione di uno sviluppo sostenibile”.
La fiscalità sulle auto aziendali e la riforma dell’iva.
La questione detraibilità dell’iva è un aspetto fra i più importati trattati nel testo della delega fiscale.
La storia dell’iva, per quanto riguarda il mondo aziendale, è da sempre un tempo caldo. Oggi la situazione Iva per quando riguarda le auto aziendali non è sicuramente delle migliori, ma pensate che è stato anche peggio. Basti pensare che per 17 anni a partire dal 1983 abbiamo ottenuto dall’Ue un regine di indetraibilità totale.
Negli anni successivi dal 2001 fino al 2006 l’aliquota relativa alla detraibilità iva venne portata al 10% prima e al 15% poi, nonostante la consapevolezza di essere passibili di un procedimento di infrazione. Questo a causa del contrasto con quando stabilito dalla regole comunitarie come da Direttiva del 2006/11/CE.
Questa incompatibilità fu confermata dalla Corte di Giustizia nella famosa sentenza “Stradasfalti” ufficializzata nel 2006. Questa sentenza portò ad una difficile serie di passaggi legislativi che arrivarono fino alla richiesta di una limitazione delle detrazione nella percentuale del 40 per cento.
La Commissione Europea dissi sì a questa richiesta di autorizzazione per gli anni dal 2007 al 2010. Dal allora si va avanti a proroghe, sempre di tre anni in tre anni e l’ultima proroga ha come scadenza il 31 dicembre di quest’anno.
La detraibilità dell’iva ad oggi ferma al 40% in Italia, ma il nostro paese merita merita un trattamento fiscale migliore. Infatti la percentuale di detraibilità iva dovrebbe essere portata al 100 come negli altri paesi europei. Aspetto molto sentito al quale è stato dedicato un interno articolo della legge delega fiscale.
E’ necessario infatti rivedere le aliquote e la loro distribuzione delle stesse sulle basi imponibili.
La proposta di Aniasa, che propone una detraibilità in proporzione alle emissioni di CO2 delle auto e quindi detrazione totale per le auto elettriche e detrazione crescente per le auto termiche, potrebbe in questa fase essere ben vista.
Vita breve “forse” per il superbollo.
La sovrattassa in vigore sulle auto più potenti è un principio del testo sulla delega fiscale.
Un secondo provvedimento potrebbe lavorare sul cosi detto superbollo, la sovrattassa ora in vigore sulle auto con più di 185 KW. L’addizionale erariale rientra fra i micro tributi che portano delle casse dell’Agenzia delle Entrate circa 120 milioni di euro ogni anno.
Il disegno di legge tratta in modo chiaro di una possibile eliminazione dei micro tributi che risultano essere adempimenti elevati per i contribuenti a fronte di un gettito invece trascurabile per lo Stato.
Vedremo cosa verrà deciso dal Governo, anche in relazione all’indagine conoscitiva alla delega fiscale effettuata dal Parlamento lo scorso anno in cui veniva citato, come da cancellare, proprio la sovrattassa del superbollo (pari a euro 20 per KW):
Il bollo rimane escluso dal disegno di legge di delega fiscale.
Aspetto che avrebbe bisogno di un aggiornamento non viene in realtà previsto.
Nessun riferimento nel testo del disegno di legge della delega fiscale auto per quanto riguarda il bollo.
Questo avrebbe in realtà necessità di una radicale riforma di tutti gli aspetti quali:
– scadenza e periodi d’imposta: ad oggi questi cambiano sulla base della potenza dell’auto il che provoca complessi calcoli per il primo pagamento
– la parametrizzazione riferita alle classi di emissioni ed ad oggi ferma all’euro 4
– parametrizzazione sulla potenza al momento non collegata né alle emissioni né all’utilizzo dell’auto.
Al momento il disegno di legge tratta solo nuovi principi sulla fiscalità volti ad alleggerire la pressione tributaria. Sarà successivamente il governo che dovrà intervenire (entro 18 mesi dalla dall’entrata in vigore della legge) ed andare a lavorare sui singoli aspetti.
Al vaglio quindi cambiamenti positivi e negativi allo stesso tempo. Noi di EUREKAR non possiamo che augurarci le migliori soluzioni per tutti.
Per dubbi o domande sulla fiscalità della tua auto aziendale contattaci e risponderemo a tutte le tue domande.
#sceglidinoleggiare